E’ ufficiale: nessuno sceneggiatore della WGA lavorerà ai copioni dei Golden Globes e degli Oscar, il che significa che i partecipanti non avranno altra scelta se non quella di improvvisare.
Come avevamo detto ieri, la WGA ha negato all’Academy of Motion Picture Arts and Sciences il permesso di usare vecchi spezzoni della cerimonia degli Oscar, e anche dei film nominati: secondo Patrick Verrone (presidente della WGA West) “gli sceneggiatori hanno ingaggiato una battaglia cruciale per i diritti collettivi, che protegga i loro compensi e la proprietà intellettuale adesso e in futuro. Dovremmo fare tutto ciò che è in nostro potere affinché le trattative si concludano in maniera giusta, con benefici per gli sceneggiatori e tutti quelli che sono stati ‘colpiti’ dal fallimento delle trattative, fallimento causato da negoziati poco seri. Il consiglio ha concluso che concedere una deroga per gli Oscar, non corrisponde al raggiungimento dello scopo”.
Secondo il Los Angeles Times, gli sceneggiatori hanno optato per la linea dura sperando di costringere l’AMPTP a tornare al tavolo delle trattative; come che sia, il rifiuto ha urtato la Dick Clark Productions: “I Golden Globe hanno una lunga e cordiale relazione con gli sceneggiatori, e sono dispiaciuti dal fatto che la WGA ha negato il permesso per una deroga. Tuttavia, siamo lieti del fatto che la WGA ha annunciato trattative separate, sperando che questi negoziati portino ad un accordo in tempo per la sessantacinquesima edizione dei Golden Globe”. Ovviamente, il rifiuto della WGA è stato condannato dall’alleanza dei produttori: secondo quanto dichiarato dal portavoce dell’AMPTP, Jesse Hiestand, “nella categoria ‘Peggior sindacato collaborativo’, la nomination è per la WGA”, sindacato accusato di aver negato sceneggiatori “che meritano di essere onorati per il lavoro degli scorsi anni”.
Secondo un insider di Hollywood, comunque “la mossa della WGA è stata intelligente, perché se avessero concesso una deroga non avrebbero avuto modo di chiedere alla Dick Clark o alla HFPA di supportare gli sceneggiatori. Negando la deroga, hanno aumentato il loro potere”. E se molti attori sono solidali con la protesta degli sceneggiatori (Katherine Heigl, per esempio, ha detto che non andrà visto che non è costretta da un contratto), il presidente della SAG, Alan Rosenberg, ha rifiutato di commentare tutte le posizioni, spiegando in un comunicato che il gruppo “sta cercando di rraggiungere un accordo tra la leadership e gli attori nominati per i Golden Globe Awards. Li avviseremo della nostra posizione una volta completata la ‘ricerca’”.
Sempre secondo l’AMPTP, gli sceneggiatori hanno perso oltre 115 milioni di dollari, e non sono vicini a chiudere un accordo per spartirsi i proventi dei new media, che poi è il motivo per cui sono andati in sciopero: “L’impatto economico nella nostra economia è anche più rilevante (delle perdite degli sceneggiatori, ndr): a gennaio, le perdite economiche sforeranno i duecento milioni di dollari al mese, con un terzo dei posti di lavoro totali (che sono circa 250.000 persone, quindi un terzo = 80.000 persone) nell’industria dell’intrattenimento in forse. Sfortunatamente per noi, la WGA ha adottato una strategia irragionevole, inconstistente e impraticabile, che sta producendo solo perdite in questo sciopero”, è scritto in una lettera aperta sul sito dei produttori. “I non sceneggiatori, le cui famiglie dipendono interamente dalle nostre industrie, hanno perso 200.000 milioni solo nell’area di Los Angeles, e le cure mediche per molte di queste famiglie sono ora in forse a causa dello sciopero degli sceneggiatori”.
E dopo Letterman, Leno e O’Brien, anche il Jimmy Kimmel Live, trasmesso dalla ABC, tornerà in onda con nuove puntate dal 2 gennaio: “Anche se il tornare in onda senza i miei sceneggiatori mi rende infelice, scrive Kimmel in un comunicato, ci sono altre 100 persone che dipendono finanziariamente dalla messa in onda del nostro show. E’ tempo di tornare al lavoro, ma supporto completamente i miei colleghi e amici della WGA, e spero che lo sciopero termini presto e bene anche per loro”. E mentre non è ancora chiaro come torneranno in onda Leno e O’Brien senza sceneggiatori (i due, lo ricordiamo, al contrario di Letterman sono tornati al lavoro senza i loro autori storici), lo show di Kimmel non dovrebbe risentire particolarmente della mancanza di autori, visto che il suo show è perlopiù basato su video clip umoristici, mentre gli altri show sono più incentrati su battute di attualità.
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ormai è più che probabile la chiusura di tutte le serie televisive per questa stagione, visto che come data per il termine dello sciopero si vocifera attorno a marzo...